Amici, finalmente è arrivato il momento tanto atteso. Solo: a Star Wars Story è nelle sale italiane e noi siamo qui a scrivervi una prima recensione del film, assolutamente SPOILER FREE.
Il 23 maggio 2018 un piccolo ma significativo convoglio di Star Wars Cosplay Treviso è partito da Treviso per recarsi allo The Space Cinema di Silea per gustarsi il nuovo spin-off della Saga.
Alle ore 19.30 abbiamo acceso i motori del Millennium Falcon ed abbiamo fatto il salto a velocità luce. Direzione? Una galassia lontana lontana..
Essendo un gruppo sempre più in espansione, vi riporteremo le visioni personali di alcuni dei membri. Buona lettura e che la Forza sia con Voi!
Angelica Busato
Solo: a Star Wars Story non è un film, è un viaggio.
Il secondo spin-off della Saga nasce in un terreno instabile, fragile ed ostile: il cambio della regia, le opinioni sul cast, i rumor che hanno circondato la produzione in tutti questi mesi, ci hanno quasi obbligato ad avere un’opinione ancora prima di poter vedere il film. Nulla di più sbagliato, ma in tempi come questi, forse, arrivare al cinema preparati per vedere un film di Star Wars non è poi una cattiva idea. E così è stato. Ho sentito l’hype pervadermi il corpo solamente quando mi sono seduta al cinema e le luci hanno cominciato a spegnersi..
Solo è un film piacevole, divertente, sorprendente e ricco di colpi di scena (alcuni davvero straordinari che lasceranno tutti a bocca aperta): ma queste cose le potete leggere un po’ ovunque perciò voglio addentrarmi di più per raccontarvi l’anima di questo film (dal mio punto di vista, ovviamente).
Oggi ho trovato (in realtà l’ha fatto mio fratello) la parola giusta per descrivere questo film: Begins. Ebbene si, un po’ come successe per la trilogia di Batman di Nolan, anche in questo caso mi sono ritrovata davanti ad un film genesi, che non racconta la storia presente di un ragazzo, bensì getta le basi per quello che sarà il suo futuro.
Tutti conoscono il futuro di Han Solo, la canaglia più famosa della galassia. Ma nessuno aveva mai guardato prima al suo passato, nessuno era arrivato a raccontare i perché, nessuno ci aveva mostrato chi è in realtà Han Solo.
Il grande Ron Howard, al quale si deve il merito di aver portato al cinema un film con la F maiuscola nonostante i cattivi presagi, ha fatto una scelta precisa: ha deciso di mettere a nudo un personaggio di cui noi sappiamo molto, ma non tutto. Mi spiego meglio: il regista è come se avesse voluto svelare il più grande segreto di Han Solo (quel Han della Trilogia Originale). E ce l’ha fatta. Ha preso un personaggio tutto d’un pezzo, sprezzante, cinico, insomma una canaglia, e davanti a tutti ha raccontato il perché è diventato così.
Personalmente la trovo una scelta molto pensata. Sia chiaro, non è un fan service. Se pensate di ritrovare Harrison Ford o il modo di fare di quel Han Solo, avete sbagliato film. Qui la questione è un’altra: si tratta dell’inizio, del giorno zero, dei primi ed assoluti passi del giovane Solo nella galassia.
E’ emozionante come Rogue One? No, ed il perché è semplice da spiegare. Questa che vediamo in Solo non è una storia collegata all’universo di Star Wars così come l’abbiamo sempre visto noi. Non esiste la guerra tra Impero e Ribellione, non esistono Jedi e Sith: il protagonista è uno solo e si chiama, per l’appunto, Han Solo.
Tutti orbita attorno alla sua figura ed alla sua crescita personale che da ragazzino scanzonato e dalla battuta pronta, lo rende un uomo che impara a “sparare per primo“. Il film racconta questo e lo fa in un modo fluido che non ti lascia nemmeno un attimo di respiro. I pianeti, le Dolomiti, i volta faccia, l’amore e gli amici rendono questo film umano e molto “old style“.
La storia di Solo è poi condita da una cornice perfetta: Chewbacca, il migliore amico di sempre e l’unico su cui Han potrà contare; il Millennium Falcon, la nave dei sogni che diventa realtà; Lando, la canaglia che insegna ad Han come fare la canaglia; Beckett, il “padre” del giovane Han che più di tutti gli insegna a stare al mondo; Qi’ra, il primo amore destinato a finire; Dryden Vos, il primo che mette una taglia sopra la testa di Solo.
Tutti questi personaggi, alcuni più centrati di altri ma nel complesso soddisfacenti, reggono alla grande la storia e creano perfettamente quelle circostanze che portano Han ad una scelta ben precisa: cosa diventare da grande. Han Solo sa qual è la sua strada ma non sa come intraprenderla almeno fino a quando non si arriva alla fine del film.
E’ proprio così, il film ha un grandissimo ed importante turner point che è chiaro e che viene messo davanti agli occhi con arroganza come a voler svegliare gli spettatori: dopo questo punto, parliamo di Star Wars. Dopo quella scena, comincia l’avventura di Han Solo nella galassia lontana lontana..
Si tratta di un momento rassicurante, che ci fa sorridere, condito da quella colonna sonora che noi tutti adoriamo e riconosciamo dalla prima nota. Han che diventa quel Han Solo penso sia uno dei momenti più belli ed emozionanti degli ultimi film Star Wars.
Per concludere e non dilungarmi troppo, posso affermare che questa produzione ha cuore, così come ha difetti che perdoniamo proprio perché alla fine il film ci rassicura. Per me è promosso ma diventerà uno dei miei film preferiti solo se farà parte di un progetto più ampio (così come successe per Batman Begins, che divenne il mio film preferito della Saga dopo averli visti tutti e tre). Adoro questo viaggio, la crescita, i sentimenti di amore e di amicizia ancora così puri… ma non vedo l’ora di andare avanti e scoprire di più di questa giovane canaglia chiamata Han Solo.
Leonardo Busato
Han Solo come ha imparato a sparare per primo?
Questa è la domanda che dobbiamo porci prima di iniziare a guardare il film, poiché è di questo che la storia narra.
In Solo lo spirito dei primi Star Wars torna con arroganza, per la gioia dei fan duri e puri. La pellicola si ricopre tutta di sabbia, polvere, neve e ruggine, mettendo al centro del progetto il Millennium Falcon tornato un protagonista a tutti gli effetti.
Il film è talmente ben ritmato da portarci direttamente ai titoli di coda senza farci annoiare nelle sue 2 ore e 23 minuti di durata. È puro intrattenimento da venerdì sera, è un western intergalattico senza esclusione di colpi, fughe, tradimenti, pieno zeppo di fuorilegge e organizzazioni criminali che portano ad inseguimenti, sparatorie, duelli ed un’immancabile ironia. La trama non intende stupire ad ogni costo ma ricreare una comfort zone di cui sentivamo la mancanza riempendo la storia di camei e richiami.
Dal mio punto di vista la nostalgia è il vero punto di forza di questo film, così come accadde per Rogue One. Le storie raccontano le azioni fatte dagli uomini ed il focus di questa trama è Han Solo, l’assoluto protagonista: tutto gira attorno a lui, ma non è la canaglia che stiamo cercando, non ancora.
Se in superficie Han potrebbe sembrare non abbastanza carismatico rispetto ai suoi compagni d’avventura, in realtà studia il terreno di scontro, assorbe e impara dai comportamenti degli altri, ciò lo rende il giovane eroe perfetto, che apprende sul campo come muoversi in un mondo in cui le regole cambiano di minuto in minuto.
Non dimentichiamoci però di Chewbacca il vero cuore del film, colui che sceglie di (re)stare, anzi, permette ad Han di stargli accanto e salvarlo dai casini. Assieme al Millennium Falcon sono la triade che porta il film a velocità luce.
Come tutte le opere d’arte c’è bisogno di una cornice di valore rappresentata da un Lando Carlissian assolutamente irresistibile e perfettamente caratterizzato; Tobias Beckett un tassello fondamentale; la misteriosa Qi’ra ed il temibile e risoluto Dryden Vos.
Tutti insieme, nessuno escluso, completano un lungometraggio piacevole, ironico dove serve, cruento quanto basta e mai troppo prevedibile che ci porta a sederci nell’abitacolo del Millennium Falcon dove le stelle diventano scie e si sentono le note della musica di John Williams, non vi sto neanche a dire che un sorriso e gli occhi lucidi sono un riflesso condizionato. Benvenuto Solo: a Star Wars Story!
Stefano Busato
Solo, storia di una canaglia.
Solo:a Star Wars Story è un film tutto sommato piacevole, il regista Ron Howard è stato bravo a mettere insieme una storia che ci fa scoprire un lato della saga che non avevamo mai visto: fatto di povertà e schiavitù, ed è qui che ritroviamo un giovane Han Solo, prigioniero nel suo pianeta Corellia, dal quale fugge in modo roccambolesco per cominciare la sua avventura da contrabbandiere.
Ed è proprio da qui che Han cominciato subito a mettersi nei guai, unendosi ad un manipolo di fuorilegge senza scrupoli.
La pellicola ci mostra il percorso del giovane Solo, dall’incontro con Lando fino a quello con l’amato Chewbacca, il tutto condito con molteplici scene di azione, sparatorie ed immancabili fughe. Alden Ehrenreich attore protagonista non se la cava male, anche se confrontarsi con il mito di Harrison Ford sarebbe stato difficile per chiunque: qui la regia gli dà una mano affiancandogli dei personaggi di spessore, cominciando dal giovane Lando Carlissian, Tobias Beckett, ma soprattutto dal mitico Chewbacca che a volte gli rubano letteralmente la scena.
Per concludere, questo spin-off cerca di mettere pace nella galassia del fandom duramente provata dai film sequel: si tratta di un film che ci fa riassaporare l’atmosfera a noi tanto cara di Guerre Stellari.
Accomodatevi nel Millennium Falcon e state pronti per un salto nell’iperspazio.
Marco Ros
Solo: a Star Wars Story colpisce il bersaglio! Si tratta di un film che non è lo Star Wars che conosciamo e nemmeno quello che ci si poteva aspettare, bensì un vero film spin-off che non ha nulla a che fare con nessuna trilogia, ma che si inserisce perfettamente nella galassia lontana lontana.
È il cammino del protagonista, la sua sua genesi.
Un film non capolavoro, ma che rincuora i vecchi fan e soddisfa a pieno coloro che seguono Legends ed opere parallele tra serie animate e fumetti. Molti sono infatti i riferimenti a The Clone Wars e a Rebels.
Un film bello, incalzante, che ti incolla allo schermo e ti stupisce con colpi di scena degni di uno spettacolo pirotecnico. Una pellicola che si può apprezzare e godere anche se non si è avvezzi alla Saga, ma che per essere vissuta appieno ha bisogno di una buona conoscenza dell’universo di Guerre Stellari per poter carpire anche il più piccolo riferimento.
Non aspettatevi il Solo di Harrison Ford, o meglio non pensatelo come già lo conoscete e non ne rimarrete delusi, anzi. In questa genesi di Solo, Alden interpreta il personaggio al meglio delle sue capacità ed il risultato che ne deriva è ottimo.
In questa recensione posso rimanere solo vago e dare il mio giudizio per il gusto personale: promuovo il film a pieni voti, per la storia, per la caratterizzazione dei personaggi, per la fotografia (molto intrigante anche se non posso definirla meglio per non spoilerare), per la colonna sonora “bellissima” e soprattutto per non essere mai scontato e pieno di fantastici colpi di scena, uno dei quali farà sbavare una buonissima parte del fandom.
Complimenti Ron Howard, mi hai fatto tornare a sperare!
Giorgia Vietri
Solo, un film davvero sorprendente.
Uno spin-off che aspettavano con curiosità e che si è rivelato tutt’altro che scontato e banale.
Il personaggio di Han Solo lo trovo ben caratterizzato, le battute sono ben pensate, gli sguardi, le movenze, ogni cosa è interpretata molto bene. Di Lando che dire… Ok, è troppo figo! Irresistibile, con un fascino moderno (trasportato dagli anni 80 al 2018).
Per quanto riguarda i nuovi compagni d’avventura Qi’ra, Beckett e Dryden Voss posso affermare che mi sono davvero piaciuti. Se dovessi scegliere un mio preferito, darei un encomio a Dryden Vos, colui che mi ha tenuta attaccata allo schermo per ogni sua minima mossa, in quanto audace, oscuro e molto perfido.
È stato davvero emozionante vedere come si sono conosciuti Han e Chewbacca, capire come hanno costruito il loro rapporto di profonda amicizia e lealtà che li lega.
Solo, semplicemente un film Western 3.0, divertente, leggero e pieno d’azione.
Fabio Bonatti
Senza tanti fronzoli dico subito che mi è piaciuto, senza se e senza ma, nulla da obiettare, nessuna riserva.
Sono cresciuto a pane, salame e Alvaro Vitali perciò non mi servono particolari contenuti profondi (se li volessi vedere mi guardo i film di Pasolini). E’ un film semplice, lineare tassello dopo tassello che costruisce il personaggio Solo, quell’Han che abbiamo conosciuto quando si è seduto di fronte a Obi-Wan e Luke alla cantina di Mos Eisley.
E’ un film che riesce ad essere Star Wars senza farne parte, un capitolo a sé, uno spin-off a tutti gli effetti. La scelta delle scenografie, costumi, personaggi di contorno, luci, filtri, fotografie, qualità della pellicola e quant’altro, sono fatti in stile Star Wars.
I collegamenti e rimandi che ho potuto captare (e non oso ahimè pensare a tutti quelli che non ho percepito) non sono fatti con il più vile significato di fan service ma sono calati come delle briscole al momento giusto e con uno scopo (ce ne sono un paio che adoro ma per ora non posso dirli per rispetto di chi non ha ancora visto il film).
Mi sento di applaudire Alden che aveva un compito gravoso e non facile e se l’è cavata egregiamente (Adam Driver è bravo?? Ok lo è sicuramente, ma non aveva il problema di essere paragonato a Ford). E’ stato bravo, sempre per il mio parere personale, si è destreggiato bene, ha evitato di copiare Ford e ha cercato di trasmettere le movenze del personaggio, il mezzo sorriso, la spavalderia, le gambe mezze divaricate, etc.
Ho apprezzato l’amicizia che nasce tra Solo e Chewbacca: capisci perché è solida e profonda e per questo mi rammarico per come è stata liquidata in fretta e furia in Episodio VII. E’ un film che seppur non osa riesce comunque in taluni momenti a spiazzarti (in senso positivo). Un film che rispetta Star Wars ma si presenta contemporaneo, alla stessa maniere di Rogue One dove i personaggi non sono bianchi o neri ma galleggiano in tonalità di grigio.
Talune volte è stato criticato ad Episodio VIII di avere buchi, assenza di spiegazioni, ed in merito a ciò è sempre stato risposto che se lo avessero fatto i film sarebbero durati qualche ora in più: niente di più sbagliato, a volte per spiegare, per dare un’idea di qualcosa non servono 20 minuti di scene bastano due paroline messe lì.
Ecco, Solo riesce anche in questo, senza entrare ovviamente nel merito per motivi di spoiler (VEDETE DI SBRIGARVI A VEDERE IL FILM CHE SONO UN FIUME IN PIENA E NON RIESCO A TRATTENERMI), con una frasetta risicata ti da l’idea di un qualcosa senza però mostrartela (e non servono dei maestri visionari per farlo). Anche in questo film come mi era successo in Rogue One, i personaggi, alcuni dei quali brevemente, riescono a creare quell’empatia che i sequel non sono riusciti con due capitoli.
Probabilmente alcuni non trarranno nulla da questo spinoff ma è normale, considerando che alcuni dettagli di Solo rimandano la mente alla vecchia trilogia, e forse i fan dei sequel questi dettagli passeranno senza destare emozioni mentre a me si sono aperte le pupille.
Spero di essere riuscito a dire tutto ciò che mi frullava nella testa durante il film, avrei voluto con me un registratore, sicuramente sto dimenticando qualche considerazione che io e lo Scout Trooper che è in me hanno fatto. Non mi resta che dire BENEDETTI SIANO GLI SPINOFF!!!!