Amici, continuiamo il nostro viaggio alla scoperta di Guerre Stellari.
Con la stesura della quarta bozza la sceneggiatura di Star Wars si poté dichiarare conclusa. Il suo creatore, al contrario, non poté dire lo stesso: Lucas infatti, dovette subito affrontare un’ulteriore problematica che influì anche sul futuro della Saga. All’epoca delle prime scritture, Guerre Stellari fu pensato talvolta come film singolo e talvolta come primo capitolo di una saga: avvicinandosi sempre di più all’uscita, Lucas prese una decisione definitiva, facendo del film un’opera a se stante che, grazie ad alcuni accorgimenti, avrebbe potuto dare spazio anche a dei possibili sequel (ai quali il regista non pensava minimamente).
Le ragioni di questa scelta sono da collegare essenzialmente alla parte contrattuale che legava George contemporaneamente alla Fox ed ai due attori protagonisti, Mark Hamill (Luke Skywalker) e Carrie Fisher (Principessa Leia): con la casa produttrice infatti, aveva firmato un contratto che gli dava pieno controllo su eventuali sequel, mentre con i due attori aveva stipulato un contratto per vincolarli alla produzione. Di fatto, si trovava quasi costretto a continuare la storia, senza tuttavia averne una già pronta.
Verso la fine del 1975 la Fox non aveva ancora dato il via libera al progetto così Lucas decise di proseguire senza approvazione: il risultato furono la creazione di un team di produzione, di storyboard, la scelta del cast ma soprattutto la fondazione della Industrial Light and Magic.
Con la storia conclusa, si rese necessario trovare gli attori giusti per renderla reale: fu così che Lucas cominciò i casting per Guerre Stellari. Grazie alla furbizia di Fred Roos, che all’epoca aiutava il regista nei casting, Harrison Ford fu uno dei primi attori ad essere scelti. Fu in una visita agli studios di Coppola che Lucas incontrò nuovamente Ford e gli chiese di leggere alcune parti della sceneggiatura: nonostante il ruolo di contrabbandiere calzasse a pennello al modo di recitare ruvido e menefreghista di Ford, tuttavia Lucas non si poteva ritenere convito e continuava a preferire Christopher Walken: sfortunatamente (o fortunatamente) l’attore venne scritturato da Woody Allen per interpretare un ruolo in Io e Annie (Annie Hall) e dovette perciò rifiutare l’offerta.
Anche per il personaggio femminile l’idea arrivò da Roos: secondo lui Carrie Fisher, figlia d’arte, semi-sconosciuta e giovane poteva essere perfetta per la parte della Principessa Leia grazie al suo viso rotondo ed un modo di recitare che si differenziava dalle dive del cinema dell’epoca. Per il personaggio di Luke Skywalker, alter-ego del regista, Lucas andò sicuro su Mark Hamill, un giovane di 24 anni che aveva già lavorato in televisione e che rispecchiava perfettamente quell’“American boy”, biondo e dallo stile californiano, che stava cercando.
Ad un trio di attori sconosciuti, la Fox spinse per aggiungere qualcuno con più esperienza: per il personaggio di Obi-Wan Kenobi, il saggio cavaliere Jedi mentore di Luke, la scelta ricadde su Alec Guinness, famoso attore di teatro inglese. A differenza degli altri attori, Guinness non solo era un professionista, ma guardava con scetticismo alla storia di Lucas: ciò che lo convinse (il giorno prima dell’inizio delle riprese) a partecipare, fu un contratto che prevedeva un guadagno del 2,25% sui profitti di George Lucas. Peter Cushing, nei panni del Governatore (Grand Moff) Tarkin fu il secondo ed ultimo attore conosciuto ad essere inserito nel cast.
Per i personaggi mascherati, tra cui Darth Vader, Chewbacca ed i due droidi Lucas decise di scegliere nuovamente degli sconosciuti. Dave Prowse, un culturista e sollevatore di pesi britannico, venne scelto per interpretare fisicamente il personaggio di Darth Vader: seguendo le illustrazioni di McQuarrie, la produzione creò un costume caratterizzato da una tuta da moto in pelle, pezzi di armatura, un enorme mantello ed un casco ripreso dalle tradizioni giapponese e nazista. Il personaggio di Chewbacca, probabilmente il più difficile da indossare in quanto costituito da pelliccia e pelo, venne affidato a Peter Mayhew, il secondo uomo più alto di Inghilterra. Per C-3PO ed R2-D2, i due droidi, vennero scelti gli inglesi Anthony Daniels e Kenny Baker, l’uomo più piccolo d’Inghilterra.
Il 22 marzo 1976 cominciarono ufficialmente le riprese in Tunisia, luogo dove la troupe girò le scene ambientate sul pianeta Tatooine. Il budget ristretto, le ambientazioni limitate, una crew enorme da gestire e degli effetti speciali non sempre all’avanguardia (si ricordi che erano gli anni Settanta), furono elementi che convinsero Lucas che il film al quale aveva lavorato per anni sarebbe stato nient’altro che un fallimento. Si trattava peraltro, di un pensiero che accomunava gran parte del cast che, non avendo possibilità di conoscere realmente la piega che stava prendendo la produzione,8 definiva il film come una sorta di “spazzatura” ambientata nello spazio. Nonostante le difficoltà incontrate, la produzione riuscì a portare a termine le riprese.
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Di ritorno in California, Guerre Stellari passò per la ILM (Industrial Light and Magic). Effetti speciali e sonori furono ugualmente complicati e richiesero anch’essi uno studio profondo da parte della produzione: la voce di Darth Vader affidata a James Earl Jones, il verso di Chewbacca ed in generale il sonoro del film sono alcuni degli elementi che hanno fatto di Guerre Stellari una pellicola all’avanguardia per il suo tempo.
Uno degli ultimi passi per completare il film riguardava la colonna sonora: per le musiche Lucas chiese all’amico Spielberg di introdurlo a John Williams, che aveva composto la colonna sonora de Lo Squalo. Williams compose svariate musiche che vennero inserite all’interno del film per ben 90 minuti su 123 totali: la percentuale di presenza musicale avrebbe potuto far assomigliare la pellicola ad un musical ma, con senno di poi, costituì l’elemento principale del film. Diversamente dagli altri film di fantascienza, dove la colonna sonora era caratterizzata da sequenze musicali futuristiche, per Star Wars Lucas volle qualcosa di diverso e perciò chiese a Williams di creare delle musiche dal sapore tradizionale, che ricordassero le opere di Richard Strauss. L’aver affidato la colonna sonora ad un maestro come John Williams si rivelò essere una delle scelte migliori per Guerre Stellari e per il futuro della Saga.
Il nostro viaggio non è ancora finito perciò rimanete sintonizzati.
CHE LA FORZA SIA CON VOI!
FONTE:
Angelica Busato, Dal collezionismo alle mostre: la svolta espositiva del merchandising cinematografico.